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Febbre alta negli anziani: come comportarsi?

Scopri come gestire la febbre alta negli anziani e quando preoccuparsi. Consigli utili su come intervenire per garantire la loro sicurezza e salute.


La febbre alta negli anziani è un sintomo che non deve essere sottovalutato. Nella terza età, il corpo tende a rispondere in modo diverso alle infezioni o ad altre problematiche di salute, e una temperatura elevata può indicare un problema serio. Ecco cosa fare e come gestire al meglio la situazione.

Quando preoccuparsi e come intervenire

Negli anziani, una temperatura corporea superiore ai 38°C può essere indice di infezioni come polmonite, infezioni urinarie o influenze stagionali, ma anche di condizioni più gravi. Se la febbre persiste per più di 24-48 ore o se si manifesta con altri sintomi, come confusione, difficoltà respiratorie o dolori muscolari, è importante contattare un medico.

Un primo passo è mantenere l’anziano idratato, offrendo spesso acqua o bevande leggere. La febbre può causare disidratazione, soprattutto nelle persone più anziane. Allo stesso tempo, è consigliabile favorire il riposo e monitorare costantemente la temperatura corporea con un termometro.

Nel frattempo, è utile alleggerire il carico termico del corpo con vestiti leggeri e lenzuola fresche. Se la febbre provoca malessere, il medico potrebbe consigliare l’uso di farmaci antipiretici, come il paracetamolo, sempre sotto controllo medico.

Quando rivolgersi al medico

È essenziale rivolgersi al medico in caso di febbre che non scende o peggiora, soprattutto se associata a sintomi come forti dolori, battito cardiaco irregolare o confusione mentale. Gli anziani, in particolare quelli con malattie croniche, sono più vulnerabili e possono sviluppare complicazioni più rapidamente rispetto ai giovani.

Una diagnosi tempestiva può fare la differenza, soprattutto in presenza di infezioni gravi che richiedono trattamenti specifici, come antibiotici o antivirali.